II incontro 2017-18 – 4 novembre 2017

L’apertura della coppia: fattore di crescita e dovere di testimonianza

 La parola di Dio

In quel tempo gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto ed insegnato. Egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, riposatevi un po’». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo per mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte” (Marco 6,30-31)

 

Gesù insegna loro a fare quello che faceva Lui: ad equilibrare azione e contemplazione, intimità e apertura.

Ci vogliono entrambi nella vita di coppia. L’intimità senza l’apertura porta al rischio di chiuderci in noi stessi (siamo noi tutto il mondo), di impoverirci e di annoiarci; l’apertura sconsiderata agli altri senza una nostra intimità, senza cioè “un tempo nostro”, conduce facilmente a cercare la propria realizzazione fuori e a non saper stare più bene fra di noi.

Ma c’è di più.

 

“E incominciò a mandarli a due a due” (Marco 6,7).

“Ecco io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo” (Matteo 28,20).

“Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio” (1 Pietro 4,10).

“Quello che abbiamo veduto ed udito noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è con il Padre e col Figlio suo Gesù Cristo” (1 Giovanni 1, 3)

“Voi siete… il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce” (1 Pietro 2,9).

 

Da questi altri testi si evince chiaramente che il sacramento del matrimonio inserisce noi sposi nella ministerialità della Chiesa, cioè ci rende partecipi di un servizio, di una missione: quella di annunciare il Vangelo agli altri proprio attraverso il nostro amore coniugale e il nostro impegno di testimonianza all’interno e al di fuori della nostra famiglia.

Anche voi sposi siete missionari: siete evangelizzati e siete chiamati ad evangelizzare. La coppia, la famiglia diventa così essa stessa una “piccola chiesadomestica” che annuncia e vive sin dalla propria casa il vangelo che salva, per irradiarlo poi agli altri.

 

 

Ci interroghiamo: le nostre domande

Tutti conosciamo che cosa succede quando gettiamo un sassolino in uno stagno. La forza d’impatto genera un primo movimento d’acqua a forma di cerchio, il quale a sua volta spinge in tutte le direzioni generando un secondo cerchio più grande; poi un terzo, un quarto e così via. Tutti questi cerchi sono concentrici, quasi a sottolineare che nascono dal primo e ne sono l’irradiazione. L’energia che scaturisce dal sacramento del matrimonio produce e sprigiona un fenomeno simile.

Un primo cerchio d’irradiamento avviene all’interno della coppia stessa: il coniuge aiuta l’altro a crescere nella sua umanità, nella sua fede e nell’amore.

Solo dopo si crea il secondo cerchio (i figli accolti con fiducia e con amore) e poi il terzo (i familiari che nel corso della vita possono aver bisogno di appoggiarsi a noi), il quarto, il quinto cerchio attraverso i quali la casa si fa “aperta”a tutti gli altri, a quanti, anche occasionalmente, ”cascano” nel cerchio del nostro amore.

 

Partendo dal presupposto – più che mai vero per i cristiani – che l’amore coniugale è “segno” dell’amore di Dio nel mondo, ci chiediamo quanto sia giusto solo per noi stessi o invece diffonderlo, espanderlo in mezzo agli altri, tra gli amici, nell’ambiente di lavoro, nelle realtà del nostro impegno sociale o di tempo libero. Siamo consapevoli che l’apertura, l’incontro e il confronto con gli altri finiscono anche con l’arricchire di stimoli e di sane provocazioni noi stessi e la nostra vita di coppia?

Abbiamo l’impressione che il tempo dato agli altri sia tempo rubato alla coppia o costituisca invece una autentica boccata di ossigeno per la nostra stessa vita?

I nostri rispettivi impegni fuori casa portano benessere o tensione nella nostra vita di coppia e di famiglia?

Su questi impegni extra abbiamo maturato una decisone di coppia o ci stiamo regolando da scapoli (ognuno fa come crede, perché l’altro non c’entra)?

Quali sono i nostri cerchi? Proviamo a descriverli. Nascono tutti dal primo o tendono a sostituirsi al primo?

“La fede si rafforza donandola” : è questa l’esperienza che anche noi viviamo come coppia e famiglia? Quali sono i momenti e le esperienze in cui siamo evangelizzati e quali in cui siamo evangelizzatori?