III incontro 2018-19 – 11 novembre 2018

SECONDO INCONTRO

11 novembre 2018

RAPPORTI CON LE FAMIGLIE DI ORIGINE

“… l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne …”   (Gn 2,24)

 

[Gesù rispose loro:]8«Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». 9E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. 10Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte11Voi invece dite: «Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio», 12non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. 13Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

Mc 7,8-13

 

34Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. 35Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera36nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.

Mt 10,34-40

 

Dal cap.V di AMORIS LAETITIAdi Papa Francesco

… In primo luogo parliamo dei propri genitori. Gesù ricordava ai farisei che l’abbandono dei genitori è contrario alla Legge di Dio (cfr Mc 7,8-13). A nessuno fa bene perdere la coscienza di essere figlio. In ogni persona, «anche se uno diventa adulto, o anziano, anche se diventa genitore, se occupa un posto di responsabilità, al di sotto di tutto questo rimane l’identità di figlio. Tutti siamo figli. E questo ci riporta sempre al fatto che la vita non ce la siamo data noi ma l’abbiamo ricevuta. Il grande dono della vita è il primo regalo che abbiamo ricevuto»

Per questo «il quarto comandamento chiede ai figli […] di onorare il padre e la madre (cfr Es 20,12). Questo comandamento viene subito dopo quelli che riguardano Dio stesso. Infatti contiene qualcosa di sacro, qualcosa di divino, qualcosa che sta alla radice di ogni altro genere di rispetto fra gli uomini. E nella formulazione biblica del quarto comandamento si aggiunge: “perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore tuo Dio ti dà”. Il legame virtuoso tra le generazioni è garanzia di futuro, ed è garanzia di una storia davvero umana. Una società di figli che non onorano i genitori è una società senza onore […]. È una società destinata a riempirsi di giovani aridi e avidi»

Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: «L’uomo lascerà suo padre e sua madre» (Gen 2,24), afferma la Parola di Dio. Questo a volte non si realizza, e il matrimonio non viene assunto fino in fondo perché non si è compiuta tale rinuncia e tale dedizione. I genitori non devono essere abbandonati né trascurati, tuttavia, per unirsi in matrimonio occorre lasciarli, in modo che la nuova casa sia la dimora, la protezione, la piattaforma e il progetto, e sia possibile diventare realmente «una sola carne» (ibid.). In alcuni matrimoni capita che si nascondano molte cose al proprio coniuge, che invece si dicono ai propri genitori, al punto che contano di più le opinioni dei genitori che i sentimenti e le opinioni del coniuge. Non è facile sostenere questa situazione per molto tempo, ed essa è possibile solo provvisoriamente, mentre si creano le condizioni per crescere nella fiducia e nel dialogo. Il matrimonio sfida a trovare un nuovo modo di essere figli….

… San Giovanni Paolo II ci ha invitato a prestare attenzione al posto dell’anziano nella famiglia, perché vi sono culture che «in seguito ad un disordinato sviluppo industriale ed urbanistico, hanno condotto e continuano a condurre gli anziani a forme inaccettabili di emarginazione». Gli anziani aiutano a percepire «la continuità delle generazioni», con «il carisma di ricucire gli strappi». Molte volte sono i nonni che assicurano la trasmissione dei grandi valori ai loro nipoti e «molte persone possono constatare che proprio ai nonni debbono la loro iniziazione alla vita cristiana». Le loro parole, le loro carezze o la loro sola presenza aiutano i bambini a riconoscere che la storia non inizia con loro, che sono eredi di un lungo cammino e che bisogna rispettare il retroterra che ci precede. Coloro che rompono i legami con la storia avranno difficoltà a tessere relazioni stabili e a riconoscere che non sono i padroni della realtà.

 

DOMANDE PER L’APPROFONDIMENTO DI COPPIA E DI GRUPPO

È sicuramente vero che l’ambiente in cui cresciamo influisce in modo determinante sulla nostra personalità, sulle nostre abitudini sui nostri gusti: ma noi disponiamo sempre di un certo grado di libertà sulla nostra vita. Purtroppo non siamo così liberi nei confronti delle famiglie d’origine: ricatti morali, dipendenze emotive, rapporti strumentali o invischianti limitano le nostre scelte e rischiano di minare i rapporti coniugali. È proprio così, qual è la nostra realtà familiare?

Come, quando e perché abbiamo “lasciato il padre e la madre”?

Li abbiamo “lasciati” davvero?

È stato facile o difficile?

I genitori ci hanno aiutato o contrastato?

Quanto vi sentiti liberi nelle scelte e nell’educazione dei figli rispetto alla famiglia di origine propria o del coniuge?

Avete coscienza che il patrimonio delle generazioni precedenti non deve essere disperso?

 

Cosa può essere utile ricordare

La coppia dovrebbe avere chiara la priorità del bisogno di intimità e decidere di salvaguardarlo. Dovrebbe essere consapevole dell’importanza e della profondità dei legami pregressi con la famiglia d’origine: non si annullano, si ridefiniscono.

Se ci sono cose da far notare dovrebbe essere il figlio a parlarne per primo con i genitori, ma solo dopo essersi accordato con il coniuge.

Ricordarsi che per costruire un nuovo equilibrio servirà tempo, costanza, dedizione e pazienza.